Un piccolo speciale per un grande evento che è parte costitutiva dell’identità della città: la festa della Madonna della Bruna.
L’appuntamento annuale del 2 luglio è stato tante volte narrato, ritratto, indagato,pubblicizzato.
Non è una novità farne un punto di riflessione e di dibattito. Le sue diverse dimensioni, le tante sfaccettature, la stessa sua longevità hanno concorso a osservarlo, descriverlo, studiarlo con differenti approcci, divergenti visioni, prospettive non uguali.
Accade, tuttavia, che quando alcuni suoi momenti, particolari forme di rappresentazione e di realizzazione, nuove modalità realizzative si innestano sul canone tradizionale, che pur segna e scandisce le tappe del giorno piu lungo, sorgono interrogativi, vengono espressi dubbi, si avanzano riserve.
E’ accaduto quest’anno che sui social siano state segnalate alcune “epifanie” che sono apparse stravaganti o dissonanti.
Antonio Andrisani, oon la consueta acutezza e ironia, si e ci interrogò sulla presenza dei trampolieri alla presentazione della festa , che si aggiungeva alla “discoteca delle luminarie”, tanto affollate da far risaltare la concomitante esiguità dei fedeli in Cattedrale. E non erano da meno Annalisa e la “pizzica” ad accompagnare l’accensione delle luminarie. Ma, se si vuole ricordare qualche nuova caratterizzazione già presente da alcuni anni, si può anche citare la partecipazione vivace e un pò confusionaria alla processione dei pastori.
E, allora, ci siamo chiesti se non fosse il caso di interrogarsi sulle metamorfosi della festa, sui cambiamenti che si innestano sulla risalente e probabilmente originaria doppia anima, sacra e profana, sul rapporto fra mutamenti sociali e culturali e forme e modi di espressione del tradizionale evento.
Fummo contenti di leggere, poco dopo che avevamo maturato il proposito di approfondire il tema, che fosse annunciato la sottoscrizione di un protocollo di collaborazione tra l’Associazione Maria SS. della Bruna e l’Università degli Studi della Basilicata per un programma comune di studio e ricerca, volto, fra l’altro, all’approfondimento culturale, anche sotto i profili antropologico e simbolico, in generale della religiosità popolare materana, anche in relazione al traguardo del riconoscimento di patrimonio immateriale dell’Unesco alla Festa di Maria SS della Bruna.
Ed ecco qui alcuni contributi, diversi fra loro, che sotto diverse angolazioni, affrontano la questione, che si articola in tanti e variegati interrogativi, anche se evidentemente collegati fra essi. Per elencarne solo alcuni: cosa é e cosa sta diventando la Festa della Madonna dell Bruna, quale é il rapporto fra la sua attuale fisionomia e quelle del passato, come va vissuta la tradizione, la festa corre il rischio di un irreversibile perdita del suo senso più profondo e religioso, il popolo è sempre protagonista, le nuove forme di espressione della goliardia e del divertimento, connesse ad ogni evento celebrativo, snaturano la festa o convivono con essa e l’accompagnano?
Nei contributi che pubblichiamo troverete risposte eterogenee, qualche volta nettamente contrapposte, altre volte distinte da sottili sfumature. E questo accresce l’interesse, persuade che occorre discuterne, incoraggia ad animare ricerca e confronto.
D’altro canto, già la scelta delle quattro voci che compongono questo piccolo speciale sono state scelte perché riflettono esperienze, generazioni, ottiche diverse: quella religiosa di Don Donato Giordano, priore del Santuario di Picciano e teologo, quella antropologica di Ferdinando Mirizzi, docente Unibas, quella laica di un artista da sempre civilmente impegnato, come quella del pittore Nicola Filazzola, quell del più giovane Francesco Foschino, fondatore della rivista trimestrale di storia e cultura del territorio MATHERA, uno delle migliori presenze nel panorama culturale materano, e non solo, degli ultimi anni.
Volutamente evitiamo di presentare e anticipare il contenuto di questi contributi e ancor più di entrare nel merito, anche se la tentazione è fortissima, data la ricchezza di argomenti, osservazioni, riflessioni che offrono.
Avremo occasione di ritornarci e auspichiamo che altri vogliano cimentarsi: questo spazio é ovviamente aperto a chiunque voglia ampliare e sviluppare l’approfondimento culturale su un evento che culmina in un giorno, ma vive tutto l’anno.